Non si parla più di NFT, Web3, DeFi... e forse non è un male!
Meno hype, meno scam, meno chiacchiere: sarà la strada giusta per nuovi, veri avanzamenti nel mondo crypto e dintorni?
Intro
“Ma che fine hanno fatto gli NFT?”
Questa è la domanda che mi è balenata in testa qualche giorno fa.
Faccio una premessa: dopo dati e algoritmi - ben distanziato - il mondo delle crypto è sempre stato uno degli argomenti che mi hanno affascinato. Quando dico “sempre” mi riferisco a:
qualche chiacchiera tra nerd nel 2012;
una prima transazione in Bitcoin nel 2014;
una prima transazione in Ethereum nel 2016.
Tutte operazioni fatte con la (scarsa) lungimiranza di un ingegnere interessato a capire “come funzionano le cose” (giocando con 2 lire) e che non si rende conto del potenziale economico di quello con cui si sta sporcando le mani…
Cosa ho capito finora
Autoironia e mancati guadagni a parte, quando ho capito realmente il funzionamento di Bitcoin (soprattutto grazie a questo magnifico articolo di Michael Nielsen1) sono rimasto a bocca aperta.
Faccio veramente fatica a trovare, negli ultimi 20 anni, un esempio migliore di genialità a 360°. Molti potrebbero pensare al mondo del deep learning in tutte le sue sfaccettature, come i più complessi modelli generativi: sono indubbiamente affascinanti, complessi, rivoluzionari, ma sono principalmente collocabili in uno specifico settore, la matematica computazionale.
Il mondo crypto, a partire da Bitcoin, spazia invece in mondi diversissimi: crittografia e matematica applicata, reti e sistemi distribuiti, modelli economici e teoria dei giochi, giusto per nominare i primi che mi vengono in mente. È difficile (o impossibile?) capire realmente questo mondo senza una più che discreta comprensione di tutti questi argomenti.
E non parliamo di Ethereum, sviluppato da un Vitalik Buterin non ancora 20enne, e di tutte le criptovalute più moderne: un livello di complessità ancora superiore, frutto di menti indiscutibilmente fuori dal comune2. Come disse qualcuno, Bitcoin sta ad Ethereum come una calcolatrice sta ad un PC… e ho detto tutto.
Le promesse (non) mantenute
Eppure… le crypto sono rapidamente arrivate sulla bocca di tutti. Con tante conseguenze negative e vicende truffaldine, appartenenti a diverse categorie:
Truffe da parte di intermediari, a cominciare dalla famigerata vicenda di Mt. Gox;
La nascita, a fianco alle più note e affidabili criptovalute come quelle menzionate, di alternative coins spesso pensate proprio per truffare i più sprovveduti (le cosiddette sh*tcoins);
L’utilizzo di criptovalute come mezzo di pagamento per far fronte ad attacchi hacker, specialmente ransomware
Diversi casi di riciclaggio di denaro
Al netto delle attività criminali, che ad onor del vero avvengono con tanti altri strumenti più convenzionali, penso che il mondo crypto abbia registrato un mix equilibrato di successi e insuccessi.
Molto bene il riconoscimento e l’utilizzo delle crypto come riserva di valore, tant’è che sono ora diventate una vera e propria asset class su cui esistono diversi ETF. Interessanti alcuni usi laterali come i servizi di timestamping (ad esempio con l’ottimo protocollo Opentimestamps) esistenti da anni.
Mentre dalla parte opposta, molti tentativi di snaturare l’idea originale di Satoshi Nakamoto3, a cominciare dalle blockchain private, hanno avuto grandi difficoltà.
Veniamo ad oggi… e facciamo parlare i dati
Ma qual è la situazione oggi? Diamo uno sguardo su tre fronti: interesse del grande pubblico, mercato del lavoro e controvalore economico.
Interesse
Torniamo all’incipit di questo articolo. Un anno fa, tre argomenti erano molto discussi, nel bene e nel male: NFT, Web 3.0 e DeFi.
Google Trends è sempre un buon “termometro” dell’interesse su questi temi… vediamo quanto si parla di NFT:
E Web 3.0 e DeFi non se la passano meglio: l’interesse è calante da inizio anno.
Lavoro
A livello di mercato del lavoro, la situazione non è rosea, come per buona parte del mondo tech.
Fa una certa impressione vedere il numero di licenziamenti che hanno colpito aziende in grado di ottenere finanziamenti importanti solamente pochi mesi prima.
Controvalore economico
Se andiamo a vedere l’andamento di Bitcoin, notiamo un periodo stazionario che dura da alcuni mesi, su livelli pari a circa un terzo rispetto ai massimi toccati a inizio e fine 2021.
Andamenti molto simili sono registrati da Ethereum e dalle principali altre criptovalute.
Conclusioni
Interesse calante, aziende in difficoltà, valore stagnante: sulla carta ci sarebbero tanti buoni motivi per intonare il de profundis.
Ma questo errore è già stato fatto tante volte in passato e preferisco evitarlo.
Da una parte, sono sempre stato scettico su una visione semplicistica ed una narrativa ad effetto basata su un concetto molto intrigante: un mondo decentralizzato per far fronte allo strapotere delle Big Tech. Concetto tanto affascinante, quanto fumoso e lontano dalla realtà, come fanno notare molti osservatori in maniera colorita. E anche pieno di insidie.
Dall’altra, va riconosciuto che il mondo crypto sta evolvendo: meno di due mesi fa Ethereum è passata alla Proof of Stake, abbandonando la Proof of Work, storico paradigma centrale delle principali crypto. Con tanto di enorme risparmio energetico.
Solo il tempo dirà che strada prenderà questo mondo. Di un solo punto sono ragionevolmente sicuro: un ritorno ad una platea un po’ più ristretta (e preparata), una selezione delle aziende più solide ed un andamento economico meno favorevole per fini speculativi sono tutti elementi positivi perché ci si concentri su ulteriori sviluppi a livello di tecnologia e modelli di business. Penso che un mondo che per sua natura attira fortissimi interessi economici, come quello delle crypto, possa solamente giovarsi nel lungo termine di un po’ meno visibilità nel breve.
Raro esempio di articolo sulle crypto non fumoso né vago, ma nemmeno che scenda nel dettaglio del singolo bit.
Come appunto quella di Vitalik. Basta sentire una qualche sua intervista per farsi un’idea.
Chiunque sia (o siano).
Bell'articolo, complimenti.
Sul mio substack, dove parlo di web scraping, ho effettuato un'analisi della bolla NFT prendendo ad esempio i Bored Ape Yacht Club, la loro ascesa nei prezzi e il valore delle transazioni su Opensea. Un giro di soldi spaventoso ma che alla fine, in buona parte, sembra abbia arricchito principalmente chi ha potuto comprarli in pre-sale e impoverito chi ha comprato in piena bolla (ovviamente).