Competenze tecniche per leader? Non sia mai!
Un'idea diffusa, ma da superare... tra aneddoti, studi e dati
Intro
Mi capita spesso di fare colloqui: a giovani neolaureati, a professionisti con esperienza, o anche a fornitori con cui avviare un progetto. Mettendo da parte l’aspetto della selezione, trovo che queste occasioni siano sempre interessanti per capire come persone diverse vedono il mondo… almeno quello lavorativo!
E c’è un trend divertente, ma anche un po’ inquietante, che sto notando da qualche tempo e che temo vada oltre quella che è la mia area di competenza1.
Abbassiamo l’asticella
Recentemente ho parlato con un giovane data scientist, appassionato di Natural Language Processing (NLP), ossia quell’insieme di tecniche e algoritmi per processare automaticamente i testi.
Raccontandomi la sua tesi - un sistema per generare automaticamente risposte a domande aperte2 - mi ha casualmente citato l’uso dei cosiddetti transformers. Mi perdonino i lettori meno tecnici, ma la discussione è stata pressapoco in questi termini:
Alberto: “Interessante! Quale hai utilizzato?”
Candidato: “Ho utilizzato un modello di NLP basato sui transformers”
A: “Ok, intendo dire quale transformer in particolare”
C: “Ahhh! Beh… ho utilizzato RoBERTa, partendo da un modello preaddestrato su HuggingFace, non so se conosci”
A: “Fantastico! HuggingFace ha veramente fatto cambiare passo al mondo del NLP, ho visto qualche giorno fa anche Gradio ed è incredibile!”
La discussione è andata un po’ avanti, ma il non-verbale del ragazzo non lasciava spazio ai dubbi. Stupore per il fatto che io conoscessi almeno un minimo quello di cui parlava3. Probabilmente pensava che gli unici transformers che conoscessi fossero questi:
In realtà poi è stato anche esplicito:
A: “Dai, chi non conosce HuggingFace?”
C: “Eh, mica è scontato!”
Houston, abbiamo un problema
Invece deve essere scontato… o perlomeno non deve rappresentare una fonte di meraviglia e sgomento!
Personalmente non sono un esperto di NLP, che è probabilmente il settore - nel mondo della data science - su cui ho meno competenze. Ma dal mio punto di vista sarebbe surreale ignorarne le basi e gli ultimi sviluppi più importanti.
E invece ho capito da questo e diversi altri colloqui che ancora nel 2022 si ritiene che per un manager la competenza tecnica nella propria materia sia tutto sommato un optional. E questa idea balzana si è fatta largo inspiegabilmente anche nella testa di molti millennials!
Per chi non se ne fosse accorto, siamo in un mondo in cui l’economia delle Big Tech è paragonabile (o superiore) a quella di tanti stati sovrani, come riporta questa infografica tratta da Visual Capitalist4:
Forse la tecnologia non è poi così secondaria. Eppure ancora oggi, per molti, “avere delle competenze tecniche” significa “essere dei tecnici”. Con un’accezione che, almeno in Italia, assume spesso una connotazione leggermente negativa.
Ma chi sono questi “molti”: sono giovani o meno giovani, in ruoli operativi o in posizioni di leadership, con profili tecnici o meno tecnici. Sì, perché anche persone con forti hard skills associano tuttora la leadership esclusivamente ad eccellenti soft skills.
Cosa dicono “quelli bravi”?
Da un lato c’è un consenso molto ampio, direi su qualsiasi strato della popolazione, su quelle che devono essere le principali capacità di un leader:
Motivare sè stesso e gli altri
Comunicare efficacemente per iscritto e verbalmente
Avere senso critico e spiccate capacità di problem solving
Essere in grado di gestire un gruppo e delegare i compiti
Le evidenze però sono (anche) altre, come riassume brillantemente un articolo di HBR che consiglio caldamente. La sintesi è che gli elementi sopra sono fondamentali (ovviamente), ma tanti casi reali ci mostrano che la profonda competenza tecnica e la padronanza della propria materia sono elementi fondamentali anche per ruoli manageriali.
Ad esempio non stupirà nessuno il fatto che i lavoratori più soddisfatti ed efficaci siano quelli che hanno un responsabile in grado anche di fare operativamente il proprio lavoro.
Questo smonta almeno in parte l’idea, molto diffusa, del “leader di professione” che può agevolmente e continuamente spostarsi tra innumerevoli settori e ruoli differenti.
E non si può parlare di leadership senza citare Velasco… questo suo breve spezzone va proprio a ribadire lo stesso concetto.
Qualche dato sulla situazione italiana
Ho pensato quindi di dare un’occhiata a Google Trends, il fantastico sito per estrarre informazioni aggregate sulle ricerche più diffuse, in tutto il mondo, sul più comune motore di ricerca.
Mi ha incuriosito il confronto su quanto siano ricercate le parole “hard skills” e “soft skills” nelle diversi parti del mondo. E ne ho scaricato le evidenze, lavorandoci un minimo5.
Il colore indica la diffusione della ricerca di “hard skills” su Google, rispetto a “soft skills”.
Sono tanti i bias e i limiti di questa veloce ricerca - e sarebbe bello approfondirla, magari cercando diverse angolature sul tema - ma guardando anche solo per gioco il panorama europeo direi… che non ci piacciono così tanto le hard skills!
Conclusione
Avevo già accennato al tema di questo articolo quando ho parlato di una certificazione impegnativa che ho sostenuto un paio di mesi fa.
I recenti colloqui e la lettura dell’articolo di HBR (che linko nuovamente, per quanto è ben scritto) mi hanno portato a razionalizzare questa riflessione. In sintesi penso che sia fondamentale uscire da alcuni cliché sul fatto che le competenze tecniche siano qualcosa per tecniconi… ritengo che probabilmente questo non sia mai stato valido in passato e sicuramente, studi alla mano, non lo è oggi.
La situazione italiana poi è particolarmente all’antica e probabilmente va fatta risalire a quella che Vincenzo Di Nicola definisce una concezione del sapere di stampo ottocentesco. Ne parla in un articolo decisamente brillante che merita sicuramente di essere letto.
Vedo però il bicchiere mezzo pieno! Ritengo che ci sia tanto spazio per una leadership basata sulla competenza (che vada a soppiantare una leadership vuota) e questo concetto è destinato ad affermarsi. Anche perché - parafrasando Velasco - verso chi ha competenza è facile avere una buona predisposizione: un elemento fondamentale per partire con il piede giusto in un lavoro, un progetto o una qualsiasi attività.
P.S.: avevo in bozza questo articolo da qualche giorno e nel frattempo… è arrivato questo tweet di Elon Musk. Lui parla addirittura di eccellenza tecnica (e forse porta il concetto un po’ troppo all’estremo, nulla di insolito per lui). Ma parliamo di sfumature, la sostanza è quella!
Ossia i dati e gli algoritmi… o se volessi usare termini più affascinanti, “l’Artificial Intelligence ed il Machine Learning”.
Qualche puntatore per chi vuole approfondire:
HuggingFace, tutti i modelli di NLP che possiate immaginare, già addestrati e pronti per l’uso (o l’adattamento);
Gradio, un progetto per semplificare demo e interfacce di modelli di machine learning;
RoBERTa, un motore avanzato di NLP made in Facebook, ora Meta.
Ok, confrontare il GDP di una nazione con la capitalizzazione di un’azienda non è esattamente apples-to-apples… ma ci dà un’idea.
Con Python e Folium, per chi fosse curioso.